sabato 19 marzo 2011

Smisurata preghiera


Può essere solo e banalmente un ricordo l'epitome di anni di studio? Posso, a 26 anni, dire "quando quella facoltà esisteva ancora... quando si credeva che l'antropologia fosse qualcosa di più di una semplice curiosità"?
Sembrerebbe, sembra... è un sì.
Chiudono il mio corso di laurea, chiudono la mia facoltà, chiudono quei 5 anni che mi hanno permesso di essere quella che sono, che mi hanno permesso di essere curiosa verso il mondo, che mi hanno permesso di voler conoscere per capire l'altro, che mi hanno permesso di sapere che esistono infiniti modi di essere al mondo e di leggere ed interpretare la realtà.
Essere antropologi non è mai stato facile: affascinante sì ma non è uno stile di vita che non chiede nulla in cambio, nonostante regali lidi inesplorati e volti e racconti che nemmeno l'immaginazione può creare. Penso che questa mia facoltà mi abbia regalato una sensibilità maggiore e il desiderio che altri come me possano beneficiarne deve inevitabilmente venire a meno... deve, dovrebbe...no! Non viene e non avviene per questo scrivo e per questo mi unisco in questa lotta. Non parliamo solo di una chiusura di un corso, parliamo di tagli che continuano ad inaridire la cultura italiana, cultura con radici nobili che vengono via via violentate, giorno dopo giorno, evento dopo evento, scelte politiche dopo scelte politiche. Detto banalmente l'antropologia è lo studio delle culture dell'uomo, memore delle mie ricerche in Africa e in America Latina mi chiedo ora: se chiudiamo la possibilità di capirci come andrà avanti il mondo?
Chiudere alcune facoltà e tagliare i soldi dalla ricerca significa non permettere ai giovani di crescere e crea uniformità di pensiero. Ho imparato che il valore degli esseri umani sta nella differenza, il valore aggiunto degli esseri pensanti è capire che le differenze di pensiero, cultura e religione si possono conosce e confrontare. Se temiamo la scoperta della differenza allora chiudiamo le facoltà, chiudiamo lo sviluppo umano.


MOBILITAZIONE NAZIONALE CONTRO LA SOPPRESSIONE DI "ACEL" - Antropologia culturale, etnologia etnolinguistica
Lo scorso 24 Febbraio, il Senato accademico dell’Università Ca’ Foscari di Venezia ha deliberato la soppressione del corso di laurea magistrale “Antropologia culturale, etnologia, etnolinguistica” (ACEL). Questa decisione è stata presa nonostante il corso abbia un buon successo (oltre 120 iscritti), un'ottima reputazione nazionale e internazionale (una trentina di dottorandi in varie università italiane ed europee), e una nuova promettente collocazione nel “Dipartimento di Studi sull'Asia e sull'Africa mediterranea”, che ne prospetta un ulteriore sviluppo, scientifico e didattico. Inoltre, si tratta dell’unico corso magistrale di antropologia del Triveneto, e l'unico in Italia che abbia anche una specializzazione in etnolinguistica. L’AISEA, (Associazione Italiana Per Le Scienze Etnoantropologiche – Onlus), riferimento per gli antropologi in Italia, ha prodotto una lettera di protesta al Rettore ed al Senato accademico (in allegato), chiedendo di ritornare sulla posizione già presa nella seduta del prossimo 25 Marzo. Attorno a questo documento, noi studenti, stiamo raccogliendo le firme di studenti e professori, da Venezia, come da altri atenei. Per sottoscrivere il proprio sostegno, basta postare un commento sulla bacheca di questa pagina oppure mandare una mail a sottoscrizione.acel@gmail.com , specificando in entrambi i casi nome, cognome, corso di laurea (o dipartimento, per i docenti) e ateneo di provenienza.

Grazie a tutti,